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Opera dei Pupi: l’Arte di Enzo Mancuso

    Breve analisi dell’opera dei pupi siciliana nel lavoro di uno dei suoi rinomati interpreti.

    1. I Pupi

    L’Opera dei Pupi è un teatro di marionette diffuso nell’Italia meridionale il cui repertorio è incentrato sul ciclo carolingio, il complesso di storie medievali i cui protagonisti sono Carlo Magno e i suoi fedeli paladini. Se di spettacoli di marionette in Sicilia si parla già nel Settecento, l’Opera dei Pupi come la intendiamo oggi nasce nel XIX secolo. Nel corso del tempo se ne sono affermate tre tradizioni distinte: la palermitana, diffusa nella Sicilia occidentale, la catanese, diffusa nella Sicilia orientale e in Calabria, e la napoletana, diffusa in Campania e in Puglia. Esse si differenziano per dimensioni e mobilità delle marionette e alcuni dettagli del repertorio. Nel 2008 questo genere teatrale è stato iscritto dall’Unesco nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. All’Opera dei Pupi è dedicato il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino.

    Enzo Mancuso appartiene a una famiglia di pupari attiva a Palermo sin dal 1928. È fondatore e direttore artistico della Compagnia Carlo Magno e gestisce un teatro stabile di Opera dei Pupi nel quartiere Borgo Vecchio di Palermo. Costruttore esperto, realizza personalmente i Pupi che impiega nei propri spettacoli.

    2. Lo spettacolo

    Duello di Orlando e Rinaldo per l’amore di Angelica, Museo delle Arti e Tradizioni popolari, Roma, 20-22 marzo 2014.

    Nella reggia di Parigi Carlo Magno ha convocato i paladini per decidere la difesa del regno dall’invasione dei Mori. In molti però non si presentano: sono impazziti d’amore per la bella Angelica, compreso il fido Orlando, primo paladino di Francia. Carlo Magno affida allora a Rinaldo di Montalbano il comando dell’esercito francese. Gano di Maganza, il traditore, trama nell’ombra.

    Gli invasori assediano la città. Rinaldo duella con i Mori e sconfigge il loro capo, Rodomonte.

    Nel frattempo, sul suo cavallo bianco, Orlando giunge in un bosco dove viene assalito da un drago. Combatte contro il mostro e lo uccide. Compare un frate e lo avverte che sulla spiaggia poco lontana un Gigante ha fatto prigioniera una donna, esortandolo a intervenire. Orlando si precipita.

    Il Gigante vuole vendere la donna che ha catturato come schiava a Salonicco. Orlando sconfigge il Gigante e salva la donna. Quando finalmente ne vede il volto si accorge che si tratta di Angelica, figlia del Re delle Indie, della quale è perdutamente innamorato. Riconoscente, lei si getta tra le sue braccia e lo bacia. Sopravviene Rinaldo, anch’egli innamorato di Angelica e, folle di gelosia, scatena un duello con Orlando.

    All’Inferno diversi mostri sembrano festeggiare: uno scheletro, un avvoltoio, Polifemo, una sirena armata di pugnale, e Alcina, la strega dai tre volti. Sopraggiunge il mago Malagigi che scaccia Alcina, poi evoca un demone costringendolo a servirlo. Da lui viene a sapere che Rinaldo e Orlando stanno duellando da giorni, trascurando la difesa di Parigi. Il mago sale in groppa al demone e si fa portare sul luogo del duello per interromperlo.

    Grazie all’intervento del mago, Orlando e Rinaldo sono tornati a combattere sotto le mura di Parigi, dove fanno strage di Mori. Sconfitti i nemici Orlando rimane solo in campo e biasima la guerra, che costringe a “uccidere per non essere uccisi”.

    3. Dietro le quinte

    I Pupi sono interamente realizzati in legno, stoffa e metallo, e vengono manovrati tramite un complesso sistema di aste metalliche e cordicelle. L’asta principale è innestata nella testa del Pupo e serve a controllare il movimento di tutto il corpo e a sostenerne il peso. Il braccio del manovratore che la regge è sorretto da una correggia di cuoio perché le marionette della tradizione palermitana arrivano a pesare anche 10 kg. Un’altra bacchetta innestata nel polso destro consente di muovere il braccio del Pupo. Le cordicelle permettono di controllare i movimenti di dettaglio: muovere la mano, alzare lo scudo, alzare o abbassare la visiera dell’elmo, estrarre la spada, inginocchiarsi. Questi ultimi tre movimenti in particolare sono caratteristici delle marionette di tradizione palermitana, assai più mobili di quelle di tradizione catanese, che mancano tra l’altro della giuntura nelle ginocchia.

    Le marionette sono costruite in modo da poter fornire effetti speciali durante lo spettacolo: la strega Alcina ha tre volti, donna, diavolo e scheletro, e la sua testa può essere ruotata tramite l’asta principale per mostrare il volto prescelto. I Pupi che combattono sono spesso coinvolti in scene cruente: smembramenti, decapitazioni e altri tipi di mutilazioni. In fase costruttiva vengono quindi muniti di sistemi di apertura per ottenere l’effetto voluto e l’interno delle ferite è dipinto di rosso per simulare la carne viva.

    Il puparo presta la voce ai diversi personaggi che porta sul palco, modificandola secondo le esigenze narrative. Il suo è quindi non solo uno sforzo fisico ma anche interpretativo. L’accompagnamento musicale dello spettacolo è fornito da un “pianino”, un piccolo piano a cilindro azionato tramite una manovella, e da un tamburo bipelle percosso con una bacchetta. Entrambi sono suonati da un aiutante, seduto sotto il palco, che segue le indicazioni impartite dal puparo. Quest’ultimo segnala l’inizio e la fine dell’accompagnamento musicale battendo a terra un piede calzato da uno zoccolo di legno.

    Altri dispositivi azionati direttamente dal puparo permettono di realizzare effetti sonori a commento dell’azione. Tra questi troviamo un idiofono costituito da due mezzi gusci di noce di cocco, usato per simulare il suono degli zoccoli di un cavallo; un sistro, per rendere il clangore delle armi sul campo di battaglia; una buccina, la conchiglia di un gasteropode marino la cui porzione superiore della spira è stata tagliata, come segnale di richiamo per i cavalieri.